La Compagnia del Cervo Bianco

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La Compagnia del Cervo Bianco, novelli musici e giullari, viene a parlarci di cavalieri e dame, di sale rimbombanti del suono di cornamuse, di danze in cerchio in una soleggiata piazza di una città in festa, di natura e di spiritualità, vino ed estasi, dramma e devozione.
Il repertorio spazia dalle danze francesi, spagnole e italiane del medioevo e del rinascimento alle Cantigas di Santa Maria di Alfonso El Sabio re di Leòn e Castiglia, fino ai Carmina Burana, canti goliardici ed inni al vino e alla primavera.

Componenti della compagnia :
Gerardo Oliva - Gaita (cornamusa galiziana), Rauschpfeife, Piva medievale, flauto contralto e doppio flauto, ghironda
Giuseppa Arola - Bouzuki irlandese piva medievale, voce
Mirella Loredana Cozzi - Arpa celtica
Francesco Gammone - Chitarra battente, dulcimer, tamburo medievale, voce
Francesco Manna - Tamburo medievale, tamburi a cornice e cembali

Strumenti usati dalla Compagnia del Cervo Bianco

Gaita o cornamusa galiziana. La gaita è la tradizionale cornamusa usata in Galizia (Spagna) e in Portogallo. Si compone di una canna melodica conica ad ancia doppia, il chanter (punteiro) avente una nona circa di estensione, di un bordone cilindrico ad ancia semplice (roncòn) e di una seconda canna di bordone più acuta, detta ronqueta. Le tonalità tradizionali sono: DO (gaita grileira), Re e SI bemolle.

Rauschpfeife. Il rauschpfeife è uno strumento musicale nato nel XVI sec. che fa parte della famiglia dei legni . Si tratta di uno strumento ad ancia doppia e con canne cilindriche, molto simile al cromorno ed alla cornamusa antica.

Piva medievale. Pur essendo uno strumento già noto nell’antichità, la cornamusa cade in disuso nell’Alto Medioevo per ricomparire proprio agli inizi del Basso Medioevo: musa, piva, ciaramella, zampogna, baghèt sono i vari nomi con cui viene chiamato nelle varie parti d’Italia. L’uso della cornamusa nel Medioevo, in base alla documentazione iconografica, era prevalente nella musica profana sia per le danze popolari e castellane, ma anche per musiche cerimoniali.

Ghironda. Strumento musicale del medioevo, noto anche con i nomi di organistrum, gironda, symphonia, vielle à roue, formato da una cassa armonica a fondo piatto sulla quale erano tese da quattro a sei corde. Il suono si ottiene azionando una manovella collegata a una ruota di legno (situata all'interno della cassa armonica) che sfrega le corde: la mano destra agisce sulla manovella, mentre la sinistra pigia una serie di piccoli tasti, in numero variabile da dieci a quindici, che modificano la lunghezza di due corde, quelle che eseguono la melodia, mentre le rimanenti (corde di bordone) producono un accordo.

Dulcimer. Strumento musicale medievale della famiglia del salterio, col quale ha strette affinità. Le corde anziché essere pizzicate erano percosse da due bacchette dall'estremità tondeggiante.

Bouzuki.È lo strumento greco per eccellenza; la caratteristica forma - cassa panciuta e ovale, manico stretto e allungato con tasti e quattro corde doppie- rivela le sue origini medio-orientali apparentandolo alla famiglia dei liuti. Lo strumento può essere utilizzato per l'accompagnamento di canzoni, ma anche per esibizioni virtuosistiche basate su modi derivati dalla musica turca (makams) o su melodie arabe. Le composizioni più recenti e lo stile attuale preferiscono rifarsi alle scale maggiori e minori tipiche della cultura europea occidentale.

Chitarra battente. La chitarra battente è uno strumento della musica popolare diffuso nel territorio del sud Italia e le cui origini possono essere fatte risalire fino al quindicesimo secolo, stabilizzandosi probabilmente nelle sue caratteristiche definitive durante il sedicesimo secolo e diciassettesimo secolo, in contemporanea con l'affermarsi della chitarra barocca.

Arpa. Le sue origini risalgono ai primordi dell’umanità, alla corda tesa sull’arco del cacciatore e si ritrova presso tutte le culture dei vari continenti: in Europa si ha traccia dell’arpa di forma triangolare proprio in Irlanda e in periodo Alto Medievale. Molti autori italiani la descrivono e Dante loda la bravura con cui viene suonata dai popoli nordici. Curiosamente in quasi tutte le immagini iconografiche tramandate viene suonata da una donna.

Tamburo medievale. Il tamburo medievale era a doppia membrana con fusto e veniva suonato con della bacchette ricurve. Si presentava a fusto alto o a fusto basso; le pelli venivano legate con delle cordicelle che avevano la funzione di tiraggio per l’accordatura. L’uso di questo tamburo è indicato per le esecuzioni di musica all'aperto.

Tamburo a cornice. Il tamburo a cornice è uno strumento musicale a percussione che consiste di una singola pelle montata su un anello di legno con piccoli cembali di metallo. Può presentarsi anche senza cembali, in tal caso viene definito “muto”. Tecnicamente un tamburo a cornice è definito come un tamburo la cui profondità è inferiore al diametro.

Cembali. I cembali sono strumenti a percussione composti da due piccoli piatti cavi di bronzo, da battere insieme. In alcune regioni italiane si usa popolarmente la parola cembalo per indicare il tamburello a sonagli (per estensione del termine "cembali", che designa i sonagli).

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